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22 marzo 2018

“Io sono Mia” di Max Giovagnoli


Un romanzo che arriva dritto al cuore. C'è bisogno di coraggio per essere fragili.
La storia di una madre e una figlia, implacabili e fragili, alla ricerca di un riscatto: disposte a tutto, perché non hanno nulla da perdere.


Titolo: Io sono Mia
Autore: Max Giovagnoli
Casa Editrice: Newton Compton
Data di uscita: 29 Marzo

TRAMA

Mia ha diciotto anni e una brutta cicatrice sul viso. La mattina va a scuola e di sera costruisce scenografie per il Teatro dell’Opera di Roma. Vive a MU, una casa famiglia che somiglia a un sommergibile, ed è abituata a cavarsela da sola. Da sempre. Con le mani riesce a plasmare tutto quello che vuole. Con le compagne e i ragazzi, invece, è una frana. In classe la chiamano “Non” e tutti sanno che non bisogna toccarla… Andrea è stata per anni una delle più spregiudicate produttrici cinematografiche europee. Nessuno ha mai potuto mettersi tra lei e il successo, nemmeno sua figlia. Finché un giorno, un brutto incidente ferma la sua corsa. Le strade di Mia e Andrea si incrociano di nuovo, in modo del tutto inaspettato, in un viaggio che per entrambe è una fuga. Dalla Roma dei Fori imperiali e delle torri di periferia fino alle aurore boreali e ai vulcani addormentati di un piccolo arcipelago al largo dell’Islanda, Mia e Andrea si trovano a vivere – senza volerlo – l’avventura più importante della propria vita. Dopo tanto tempo, finalmente insieme.

Hanno scritto dei suoi libri:

«La lingua di Giovagnoli è perfetta, insegue se stessa, tentenna intorno alle titubanze dei personaggi, colpisce e si sporca di sangue, coccola, culla e sospira.»
Chiara Valerio

«Un misto di suspense e poesia attraversa questo romanzo.»
Il Corriere della sera

«Avventurosa e intima, la storia affascina tra spruzzate d’onde di un’isola nebbiosa e la luce di una Roma studentesca schizzata di murales.»
Il Messaggero

«Quello di Giovagnoli è un romanzo che cela in sé una telecamera nascosta e filma gli attori dall’interno per inchiodare su carta le ragioni delle loro scelte.»
la Repubblica

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